Mefitis era una dea italica, associata storicamente al lago di origine sulfurea nella Valle di Ansanto, un luogo avvolto da misterioso fascino. Questo piccolo lago, che ribolle per le emissioni di gas sulfureo, è indicato da Virgilio nell’Eneide come uno degli accessi agli Inferi.
Dal nome di questa dea nasce appunto l’esposizione MEFITIS, a cura del critico d’arte Generoso Bruno e di Augusto Ozzella, ospitata al Complesso Monumentale Ex Carcere Borbonico di Avellino, dal 5 al 29 marzo 2022.
“Noi artisti europei dell’area mediterranea abbiamo una grande responsabilità: l’appartenenza ad una Storia importante e ad una Memoria ancestrale – dichiara Gennaro Vallifuoco – E quando l’artista non riesce ad agire all’interno di questa responsabilità, rischia di essere superficiale, pur prestando attenzione alla realtà ed al linguaggio dell’epoca in cui vive.
Mefitis è una “mostra multilinguistica” – spiega l’artista – “perché ha la capacità di mettere in sincrono la Storia antica e i nuovi media”.
Come sottolinea il curatore Generoso Bruno, “L’artista, individuando in Mefite la porta di collegamento tra il sensibile e l’oltremondano, muove la sua elaborazione attraverso linee di contrasto di luce e ombra – Più il segno si avvicina alla verità della materia, più difficile appare la sua codifica nell’infinita scomposizione dei piani pittorici“. L’uso del QR-code sui materiali di MEFITIS – continua Bruno – serve ad espandere l’evento espositivo oltre i confini di spazio e di tempo. Nel tempo lungo della pandemia abbiamo imparato a conoscere il QR-code come strumento di controllo necessitato; con MEFITIS proviamo a trasformarlo, liberandone la funzione, in un vettore capace di trasferire forme e contenuti d’arte”.
Il percorso espositivo è composto da circa 70 opere inedite, realizzate tra il 2007 ed il 2022. Il forte legame tra le opere in mostra ed il territorio che la ospita è esplicitato dalla scelta dei materiali. L’artista accosta, infatti, il fango e l’argilla, ricavati proprio dalla Valle di Ansanto, al filo bianco del ricamo delle Pizzillare della Scuola di Tombolo di Santa Paolina. Vallifuoco sperimenta nuovi percorsi artistici, usando legni, tela di juta e di lino, asfalto e guaina liquidi, smalti, terracotta maiolicata e foglia d’oro.
Nel video che presentiamo di seguito è concettualizzata l’idea che sostiene l’intera produzione del ciclo MEFITIS. “Con il QR-code, – evidenzia ancora il curatore – rendiamo fruibile l’opera video installata in mostra dove il rumore dei fuselli, assieme alle audioregistrazioni catturate presso la sorgente mefitica in Valle D’Ansanto, costituisce il punto di partenza della traccia sonora prodotta da Marco Messina e Sacha Vinci che sostiene l’intero percorso espositivo”.
“Mefitis rappresenta per CosmoArt il primo evento dell’anno dopo una lunga fase in cui il mondo dell’arte è stato fermo a causa della pandemia – dichiara Augusto Ozzella, organizzatore dell’evento – Mi auguro che Mefitis possa segnare anche il termine di un periodo cupo, in cui le restrizioni hanno impedito la fruizione dell’arte dal vivo. Penso che questa mostra aggiunga un ulteriore tassello alla ricerca artistica di Gennaro Vallifuoco, a cui mi lega un rapporto di amicizia e collaborazione professionale che prosegue da anni”.